giovedì 25 febbraio 2010
Liste pulite e fuorigioco passivo
L'argomento della settimana è il seguente: alle prossime elezioni regionali i vari schieramenti non presenteranno candidati che abbiano macchie giudiziarie. La fanno passare come una cosa straordinaria, quasi come un favore che fanno agli elettori. A me pare debba essere la norma, o no? In un Paese civile, saarebbe un prerequisito, qui sembra sia un di più.
Ma la cosa grottesca è che anche su questo punto, i poli e i polini riescono a non essere d'accordo. Tanto per cominciare si sono fatti i primi distinguo: non possono essere candidabili solo quelli che hanno subito condanne per reati contro la Pubblica Amministrazione, oppure reati particolarmente gravi, ma su questo punto incide la discrezionalità dei vertici del partito. Stupro no, prostituzione sì, cocaina forse.
Poi devono essersi accorti che in questo modo le liste si accorciavano drammaticamente e quindi hanno alleggerito i vincoli: possono essere candidati anche quelli che sono indagati, ma, anche in questo caso, dipende dal tipo di reato.
Come non bastassero queste deliranti prese di posizione, poli e polini si sono messi a fare la caccia al tesoro, hanno sguinzagliato i mastini e hanno iniziato a fare le pulci ai candidati degli altri schieramenti. Come fosse una gara a chi ne ha di più (di mascalzoni).
Insomma, la solita manfrina all'italiana, dove non si può semplicemente rispettare una regola o legge che sia, ma si devono sempre trovare cavilli, scappatoie e interpretazioni. Da questo punto di vista è un po' come la regola del fuorigioco nel calcio: attivo, passivo, in questo caso il giocatore si disinteressa del pallone, ma poi ritorna in gioco, in quell'altro non tocca il pallone, ma trae vantaggio... alla fine c'è sempre qualcuno che decide cosa è giusto e cosa non lo è, arbitrariamente. Nel calcio, si dice sempre che nel dubbio non si fischia. In politica, che ne dite, nel dubbio non li votiamo?
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