E’ partita la campagna elettorale per le elezioni regionali 2010. Ce ne siamo accorti per due motivi: il primo riguarda le polemiche e i piagnistei per la legge nota come par condicio, che impone ai mezzi di comunicazione di dare uguale spazio e visibilità a tutti gli schieramenti. Legge voluta dalla sinistra per arginare lo “strapotere” mediatico di Berlusconi ed ora ipocritamente rinnegata. E quindi le lacrime di coccodrillo di Santoro hanno unto con oro-santo anche questa tornata elettorale. Martire dell’informazione. Per un mesetto persino l’Oliver Twist della tv, alias Marco Travaglio, non potrà regalare verità e sentenze. Un minuto di raccoglimento per cortesia…
Il secondo segnale che ci si avvicina alle elezioni è la comparsa di manifesti, cartelli e cartelloni praticamente ovunque: strade, metropolitane, autobus, siti Web, Facebook… I manifesti ci sono sempre stati, ma ai tempi della prima repubblica ci si limitava al simbolo del partito, slogan semplici e poco originali. Oggi invece le cose sono cambiate e molto. Anche in questo caso è stato Berlusconi a dare una svolta; lui per primo ha pensato che averlo grosso (il manifesto s’intende) era meglio e fecero la loro comparsa le prime gigantografie con il suo sorrisone in tutte le città. Tutti l’hanno prima criticato, deriso e accusato, per poi seguirlo come pulcini dietro alla chioccia. E anche gli slogan non sono più slogan, ora si chiamano claim. E’ più trendy, è moderno. Allora diamo un’occhiata a questi claim…
La salute è un diritto. Accesso alle cure più facile per tutti. In poche parole, un’altra Italia
In poche parole, qualcosa di già visto… ricordate "più sicurezza per tutti... meno tasse per tutti"? Voto alla fantasia: 2
Roberto, uno di noi. Costruiamo insieme il programma
Sarà anche uno di noi, ma io non l’ho mai visto prendere il tram o la metropolitana la mattina alle 7, né fare la coda all’Esselunga a fine giornata… e poi cos’è sta storia che dobbiamo costruire insieme il programma??? Poi lo stipendio lo dividiamo?
Penati Presidente. L’alternativa lombarda.
Come se dall’altra parte ci fosse un candidato siciliano o altoatesino. E poi non mi pare ‘sta grande alternativa. I lombardi, o meglio i milanesi lo conoscono bene e l’hanno bocciato alle ultime provinciali non rieleggendolo. Quando si dice uscire dalla porta per entrare dalla finestra…
Basta strappi. Ricuciamo l’Italia.
Forse gli strappi a cui fa riferimento il manifesto dell’Udc sono quelli che proprio i parlamentari centristi hanno fatto quando erano al governo con l’allora Casa delle Libertà. Oppure sono gli strappi che hanno reso il partito di Casini una galleria del vento, dove tirano più correnti che a Trieste con la bora (Tabacci che mantiene in vita il ricordo del dissociato Follini, Buttiglione un po’ berlusconiano e un po’ no, Giovanardi berlusconiano e basta e infatti passato al Pdl). Ma d’altronde si sa, L’Udc è Casini, di nome e di fatto.
Nucleare in Puglia mai.
Invece se mettete una bella centralina nucleare in Calabria o, meglio ancora, in Lombardia e poi ci fate avere l'energia siamo ben contenti di riceverla. Ma in Puglia MAI! Bell'esempio di politica di ampio respiro, di spirito nazionale e di mutua solidarietà. Evviva l'Italia dei Valori (pugliesi).
Mi fermo qui con gli esempi, ma basta guardarsi intorno camminando per le strade per trovarne innumerevoli altri esempi, altrettanto inutili e ridicoli. Un tempo si parlava di manifesti della politica, intendendo la declinazione dei principi e dei valori che animavano l’uno o l’altro schieramento; manifesti programmatici che avevano l’obiettivo di fissare un confine tra noi e loro, bene e male, giusto e sbagliato: sicuramente esagerando, ma avevano un senso. Oggi invece esiste la politica dei manifesti, dove si cerca la frase più accattivante, lo slogan (lo so, è retrò, ma a me piace così) più ammicante, la foto più bella e così via. Che poi dietro ci sia il nulla è un dettaglio. Dopo tutto una mano di colla, un rullo e un’altra bella faccia ci farà dimenticare quella vecchia…
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