Non è la crisi che induce alla truffa come soluzione per sbarcare il proverbiale lunario; soprattutto in Italia la truffa è da sempre un vero e proprio lavoro per qualcuno. Ci sono persone che non sanno fare altro e, per questo, lo fanno molto bene.
Ci sono gli individualisti, che agiscono da soli facendo leva sulle proprie abilità personali, e quelli che hanno bisogno di uno o più complici.
E' notizia di qualche giorno fa che a Milano una vera e propria banda assoldava poveri senzatetto, li ripuliva per bene, poi li mandava in banca ad aprire conti fantasma - che venivano immediatamente svuotati - con l'obiettivo di avere a disposizione libretti d'assegni nuovi di zecca e pronti da usare per truffare il prossimo. Questo sistema ha fruttato in pochi anni circa 7 milioni di euro.
Poche migliaia di euro sono invece il bottino della più classica delle truffe: due finti carabinieri sono entrati in casa di una anziana signora con la scusa di una verifica e l'hanno derubata di soldi e gioielli.
Ad accomunare queste due storie c'è la truffa, ovvero il tradimento della fiducia. In questo senso ben peggiore si rivela la truffa della rapina: la rapina provoca nella vittima un senso di impotenza e paura poichè l'estorsione del denaro avviene dietro minaccia di un'arma che mette a repentaglio la vita della vittima stessa. Certo può causare un trauma psicologico in chi la subisce, ma a fronte del rischio di essere feriti o peggio uccisi, la perdita del denaro o del bene rapinato inconsciamente convince la vittima che ha fatto bene a non opporsi e a lasciare che i rapinatori prendessero quel che volevano.
Ben diversa è invece la truffa. Una truffa si basa essenzialmente sull'acquisizone della fiducia della vittima per poi tradirla nel momento in cui questa abbassa le difese. E' tra i reati più infami, insieme alla violenza sui bambini. Le vittime di una truffa si sentono tradite e il senso di colpa cresce di giorno in giorno senza trovare pace.
I truffatori sono abili nell'individuare i punti deboli delle vittime e ad approfittarsene: una malattia, un lutto, un problema magari contingente (lavoro, famiglia...)... si propongono come spalle su cui piangere o come supporto morale o concreto, dichiarano di poter aiutare la vittima promettendo soluzioni di ogni tipo, economico, sociale, morale. E una volta ottenuta la fiducia della vittima, le fanno fare quello che vogliono, la spingono nella rete e al momento opportuno ne succhiano via tutto il sangue.
Il truffatore è abile, ma povero d'animo: la sua miseria non dipende da quanti soldi riesce a estorcere, possono essere 100.000 euro come 20.000, come 1.000. Al contrario il truffato sente di essere stato ingenuo e stupido, tanto da vergognarsi persino di parlarne con qualcuno. E così il senso di colpa inizia a lavorare, lento ma costante. Ci sono persone che hanno visto sparire i risparmi di una vita, anni di sacrifici o i frutti del lavoro quotidiano. E hanno perso soldi e onore, hanno perso il rispetto di se stessi e l'autostima, i beni più preziosi.
Di truffatori è pieno il mondo, purtroppo, e così anche di possibili vittime. Non si pensi che siano solo vecchietti o persone non colte, tutti possiamo caderne vittima, anche chi pensa "a me non può succedere". Basta un momento di debolezza, un problema che affligge, un tunnel nel quale si entra e di cui non si vede l'uscita: il truffatore è lì che aspetta, tende la sua mano e offre il suo aiuto. Per poi tradire.
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