giovedì 12 novembre 2009
Un angelo senza spada
Non si saprà mai la verità su quel che accadde nella stanza di Tenco quella sera di gennaio del 1967. Non la si saprà mai perchè forse non c'è altra verità di quella conosciuta e raccontata nell'immediatezza di quei concitati momenti. Tutti quelli che l'hanno amato e continuano ad amarlo attraverso le sue canzoni non vogliono, non possono rassegnarsi alla sua assenza, anche se ormai sono passati 42 anni. Quanto avrebbe potuto ancora dire e dare nessuno può dirlo. E forse è questo bisogno dell'impossibile a farci credere che non può essere finito tutto così, in un istante.
Come spesso accade in casi come questo, la pubblica opinione si divide tra chi pensa che la spiegazione sia la più semplice (Tenco si è ucciso perchè la sua canzone è stata eliminata e inoltre aveva assunto psicofarmaci e aveva bevuto), e chi vede obre lunghe di complotti per insabbiare quello che è stato un omicidio in piena regola. Molti i punti oscuri della vicenda, dal biglietto lasciato nella stanza, alla pistola ritrovata sotto al suo corpo, agli ematomi evidenti sul suo volto... Manca il movente: chi avrebbe voluto uccidere Tenco e perchè? Se non si dà risposta a queste due domande, nessuna verità, qualora ci fosse, potrà emergere.
Non entro nel merito di questi particolari, ci sono siti e forum che ne parlano in modo molto approfondito, andate su Google e scrivete Morte Tenco, se volete saperne di più.
Quando un artista muore prematuramente, per atto violento o per malattia, si è portati a idolatrarlo, a prescindere dalla qualità della sua arte. E' naturale, ma un po' triste. Luigi Tenco non è sfuggito a questo pietoso (nel senso umano del termine) processo: strano destino ebbero le sue canzoni, poco apprezzate fino alla sua morte - salvo rarissime eccezioni - celebrate come poesie subito dopo. Quando morì io ancora non ero nato, ma so per certo che un giorno, avrò avuto 12 anni, trovai in macchina una cassetta bianca e rossa con la scritta Tenco e canzoni come Angela, Se stasera sono qui, Vedrai vedrai, Un giorno dopo l'altro, Mi sono innamorato di te, Ciao amore ciao... fu in quella macchina, quel giorno che ascoltai per la prima volta la voce di Luigi Tenco. E da allora non ho mai smesso.
Mi piace il modo in cui Francesco De Gregori ricorda Tenco nella canzone a lui dedicata, Festival, "un giovane angelo che girava senza spada".
Luigi Tenco morì il 27 gennaio del 1967. Aveva 29 anni. Ci ha lasciato frammenti di cuore come questo...
Vorrei provare ad essere un’altra persona
per vedere me stesso
come mi vedono gli altri.
Vorrei sapere qual è l’impressione che prova chi
non sa per nulla
quello che faccio e che sono,
quando cammino
pensando ai fatti miei
quando sorrido
per chiedere qualcosa.
La mia paura
è che a vedere me come sono
io potrei rimanere deluso.
La mia paura
è che a vedere me come sono
io potrei rimanere deluso, rimanere deluso...
(Come mi vedono gli altri, Luigi Tenco)
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