sabato 17 ottobre 2009

Fidel Castro, Cuba ieri oggi e domani

Oggi mi è capitato di guardare un servizio su Current Tv molto interessante: Oliver Stone (il regista americano di Wall Street, Ogni maledetta domenica, Platoon, JFK, Alexander...) intervistava Fidel Castro camminando per le strade di Cuba. Per molti anni ho detestato Castro, perchè ammiravo (e continuo a farlo) John Kennedy. E Castro era il nemico numero 1. Proprio in queti giorni ricorre l'anniversario della crisi dei missili: tredici giorni in cui il mondo fu vicino come non mai alla terza guerra mondiale.

Questo, in sintesi, lo scenario di quei tredici giorni: in risposta alla presenza di basi missilistiche USA in Turchia e in buona parte dei paesi europei, l'Unione Sovietica si accorda con Cuba affinchè quest'ultima accogliesse sul proprio territorio missili di media e lunga gittata, predisposti per testate nucleari. Questi missili avrebbero potuto raggiungere in pochi minuti le città della costa orientale degli Stati Uniti. Un aereo spia americano in volo su Cuba individuò i siti, le basi e i missili già in costruzione. Ebbe così inizio una serrata guerra diplomatica tra le due superpotenze con continui rimbalzi di responsabilità e negazione di qualsiasi fondamento delle accuse da parte dei sovietici. Kennedy si trovò a dover gestire la prima vera "grana" internazionale dall'inizio della sua presidenza.

Dall'altra parte...

Dall'altra parte Kruscev doveva tenere unito il Polit Bureau mantenendo salda la propria posizione. Si era nel bel mezzo della guerra fredda, culminata con la costruzione del muro di Berlino. Invadere Cuba, bombardare le basi, disinnescare i missili... tra tutte queste alternative Kennedy optò per una via ancora diversa: quarantena dell'isola e blocco di qualsiasi nave diretta a Cuba. La quarantena ebbe successo, e fu la base per costituire un legame diplomatico parallelo che culminò con lo smantellamento dei missili sovietici da una parte e con la rimozione di quelli americani dalla Turchia in un secondo momento e la promessa che non ci sarebbero stati tentativi di invasione dell'isola. L'intera operazione fu un grande, il primo grande successo dell'amministrazione Kennedy.

Bene, guardando quel documentario mi sono reso conto che questi avvenimenti sono accaduti ormai più di quaranta anni fa; i protagonisti di quella crisi internazionale sono tutti morti, chi per causa naturale (Kruscev), chi assassinato (John e Robert Kennedy). L'unico rimasto è Fidel Castro, l'unico sulla cui longevità non si sarebbe scommesso un centesimo, vuoi perchè leader di una rivoluzione armata, prima che sociale e socialista, vuoi perchè decine furono i piani per ucciderlo. E invece eccolo qui, certo malandato, ma ancora vivo e ultimo baluardo di un mondo che non esiste più.

Ho smesso di detestarlo quando ho iniziato a comprendere la storia, a studiarla, a leggerla. Non posso dire di condividere l'ideologia personificata da Castro, tutt'altro, ma di una cosa gli va dato atto: la sua rivoluzione nasceva su basi sociali valide e popolari. Questa è tuttavia una parte del tutto: a Cuba non c'è libertà, ancora si muore di fame e la prostituzione anche minorile è dilagante, l'economia è arretrata, le condizioni di vita dei cubani sono al limite della civiltà. Colpa dell'embargo? Non solo dico io. Colpa di Castro? Non solo.

A Cuba oggi non è possibile acquistare un'auto nuova senza il permesso del governo, e le auto "private" sono soltanto quelle immatricolate prima del 1959. Internet non è consentito perchè non può essere controllato. Non esiste libertà di stampa. I cubani non possono accedere agli hotel migliori, perchè riservati ai turisti. Non puoi vendere la tua casa senza il consenso del governo. A fronte di tutto questo, il sistema sanitario è gratuito e i servizi pubblici sono sufficientemente organizzati. Ma un giovane cubano è destinato a crescere e morire a Cuba, perchè il governo non gli permette di andarsene.



Cuba paga con la povertà la sua ostinata adesione all'ideologia comunista di Fidel Castro e l'aver trasformato una rivoluzione sociale in una dittatura militare con tutte le violenze e le atrocità connesse al pari del "collega" Pinochet...

I cubani di oggi sperano che il dopo Fidel (che è Raul, il fratello) possa portare più libertà, più futuro e io glielo auguro.

Oggi che la guerra fredda è finita, che non esistono più due superpotenze a spartirsi il mondo, che il comunismo è di fatto scomparso dalla scena politica mondiale, Cuba resta l'ultimo baluardo e Castro ne è la guida spirituale, sbiadita come il ricordo di que tredici giorni che portarono il mondo intero a un passo dalla fine.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

nella ricostruzione storica aggiungerei che i missili sovietici arrivarono in seguito al famoso sbarco americano
della Baia dei Porci. Alla luce di questo episodio, l'aiuto sovietico a Cuba appare tutt'altro che ingiustificato.

Paolo V.

Anonimo ha detto...

In parte e' vero, sono d'accordo con te. Sicuramente il fallito tentativo di invasione di Cuba da parte di esuli addestrati e supportati dalla Cia contribui' notevolmente all'acuirsi della crisi diplomatica tra i due Paesi, iniziata con la rivoluzione militare di Castro e la sconfitta di Batista. Gli Usa videro in pericolo -a buon ragione- i propri interessi economici e anche questo fece di Castro un nemico da combattere. In questo contesto l'appoggio logistico e militare dell'Unione Sovietica era naturale e "giustificato" politicamente, ma non legittimo agli occhi dell'allora governo Usa. Le basi americane in Europa erano legittimate dagli accordi tra gli stati Nato. Il contesto di quegli anni era comunque complesso e la guerra fredda si combatteva nelle ambasciate, nei cieli e nei mari, sul suolo cubano e in sudamerica, con ombre che si allungavano fino al cuore dell'Europa, a Berlino. E' stato un periodo storico di grandi tensioni, ma anche di grandi ideologie, di due mondi opposti che si sono dovuti trovare faccia a faccia per scoprirsi - per certi versi - simili.

Infinito periodico

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

DOMENICO ha detto...

gli americani vogliono mettere il naso sempre ovunque, e poi non sono neanche capaci a difendere il proprio territorio. io ammiro fidel sono un suo fans mi sento un socialista e fidel per il suo popolo a fatto e dato tanto e chiaro che i dissidenti contrari al suo operato vengono messi a tacere . i radicali invece che vanno a rompere i coglioni a cuba per togliere la pena di morte io se fossi fidel li aspetto con il plotone di esecuzione gia pronto e li fucilo all'istante . non paragono fidel a quel pazzo di hitler ne tantomeno a quel coglione venduto di mussolini ma tornando ai nostri tempi di certo neanche ai nostri fenomeni da baracconi che abbiamo al governo !!! mafiosi delinquenti criminali ladri legalizzati per cui ci vorrebbero uno , cento , mille di fidel castro

Francesca ha detto...

MI DISPIACE, MA TI SBAGLI DI GROSSO QUANDO DICI CHE A CUBA SI MUORE DI FAME, QUANDO DICI CHE A CUBA LA PROSTITUZIONE MINORILE è DILAGANTE...
Ma da dove ti sei informato????
Ma lo sapevi che Cuba è, secondo l’UNICEF, l’unico paese dell’America Latina che ha sradicato la denutrizione infantile, anche durante il duro “periodo especial” degli anni ‘90, e vanta la più alta speranza di vita del cosiddetto terzo mondo (78 anni) associato al tasso di mortalità infantile più basso dell’America Latina e dei Caraibi (4,7 per ogni mille nati vivi), più basso persino degli USA?

Ti invito a farti un giretto su questo sito (è il primo che ho trovato e che riassiume molto bene quello che effettivamente NON si dice mai su Cuba)
Quella che hai fatto con questo articolo è disinformazione!
Ps. ricorda che i cubani una rivoluzione l'hanno fatta : hanno ribaltato il regime di Batista!! Se non gli fosse andato bene Fidel, avrebbero potuto ribaltarlo, dato che i dissidenti cubani sono STRA FINANZIATI dagli usa!!!

http://nuovalibertalia.blogspot.com/2009/11/34-cosette-che-dovreste-sapere-su-cuba.html

infinitoperiodico ha detto...

Francesca, tu mi segnali un link a un sito, io potrei fare altrettanto. tu mi citi l'Unicef e i numeri, ma i numeri contano meno delle persone. Se da Cuba ogni giorni le persone se ne vogliono andare, forse un motivo ci sarà. Se la mia è disinformazione, suppongo che la tua sia la verità assoluta. E di fronte alla ferità assoluta nulla si può fare se non chinarsi e riverire. Ma mi domando, impropriamente, se il cubano medio possa andare con la famiglia al ristorante, in pizzeria, al cinema, in vacanza, in viaggio in Europa con figli al seguito. A quanto fai capire sì...ti risulta?