martedì 30 giugno 2009

Il caso Madoff: chi sbaglia paga?


Questi signore si chiama Bernard Madoff. Wikipedia lo definisce un imprenditore statunitense, ma io avrei ben altri titoli per lui. Questa faccia da uomo qualunque ha truffato migliaia, forse milioni di persone per vent'anni filati, accumulando ricchezze per un totale di 50 miliardi di dollari alla faccia di quanti si erano fidati di lui (moglie e figli compresi).

Dopo "solo" venti anni è finalmente stato arrestato e condannato: pena 150 anni di carcere. considerando la proverbiale qualità detentiva degli States e l'età di Madoff (71 anni), la domanda sorge spontanea... che cosa significa una condanna di questa entità, sapendo che non potrà comunque scontarla?

E'la stessa domanda che mi pongo quando sento che qualche pluriomicida ha avuto tre o quattro ergastoli? Va bene che credo alla reincarnazione, ma non mi sfugge l'assurdità della cosa.

Beati noi, poveracci, che per una banale infrazione, veniamo puniti subito, severamente e con la certezza della pena. Ma si sa, la giustizia è uguale per tutti.

lunedì 29 giugno 2009

Suicidio 2.0


Ieri sera un ragazzo di 22 anni viene fermato per un normale controllo dalla polizia stradale, viene sottoposto alla prova dell'etilometro e il tasso di alcol nel suo sangue risulta oltre la soglia consentita. Il ragazzo torna a casa, prende una pistola che conservava legalmente in camera sua e si spara un colpo in testa. Fine della storia.

Ora molti si stupiscono, si interrogano su come sia possibile che un ragazzo, così giovane, possa uccidersi per un motivo così stupido. A costoro io dico di tacere, perchè non si può giudicare la vita degli altri, tantomeno la morte. Adesso si andranno a cercare i responsabili, la presunta severità dei genitori, la scuola non all'altezza, compagnie magari balorde, una ragazza....o la società, i videogiochi che alienano o Internet, che crea una vita virtuale che non sempre coincide con quella reale.
Basta. Basta con il moralismo e i discorsi bigotti. Aprite gli occhi, anche nell'era del Web 2.0, dove tutti sanno tutto di tutti, siamo tutti amici, tutti uniti in Facebook, tutti condividiamo foto, messaggi e pensieri... anche in questo mondo globale, esiste la solitudine, il dolore, la malinconia e la disperazione.

A me non interessa sapere di chi sia la colpa di quel che è successo, perchè non credo ci sia alcuna colpa. Nella mia vita ho purtroppo conosciuto qualcuno che una sera, vinto da una disperazione che non ho saputo comprendere, ha deciso di farla finita, ha pensato che il modo migliore per non soffrire più fosse uccidersi. Io non giudicherò mai chi prende una decisione come questa. Non mi importa cosa dice la Chiesa cattolica, non mi importa cosa dicono psicologi e tuttologi in tv. Io rispetto quella scelta, non dico di condividerla, ma la rispetto perchè non posso nemmeno immaginare quanto dolore si deve sentire dentro per desiderare la morte. O forse, seppure lontanamente, posso immaginarlo...

Cri, questa poesia è per te... perdonami se non ho saputo capire...

Questa mattina mi sono svegliato con una gran voglia di morire;
odiavo tutto ciò cui potevo pensare e niente era come avrei voluto.
“ma ci sono tante cose per cui vale la pena vivere” – ho sentito dire –

La paura è una di queste? Perché io ne ho.
E il dolore, il dolore è una di queste? Io ne ho.
L’amore? L’amore negato è forse una di queste cose?

Ho camminato per quel mondo di luce chiamato giorno:
c’erano colori, ma colori impuri e suoni alterati dalla follia.
C’erano persone e cose, ma nessuna per cui valesse la pena vivere.

Mi sono addormentato qualche ora nel pomeriggio
e nel sonno ho riso e ho pianto e ho sognato:
ho barattato la noia con un po’ di quiete.

Non c’è più il sole, al mio risveglio, niente più luce nell’aria.
Ora i colori sono più veri e i suoni più dolci,
e non ci sono più cose né persone: sono rimasto solo io.

Potrei restare tutta la vita da solo, al buio e in silenzio,
ma non sarebbe come essere morto?
Questa mattina mi sono svegliato con una gran voglia di morire.

domenica 28 giugno 2009

Ciao Michael, ma...


Michael Jackson: nei giorni scorsi milioni di fan lo hanno pianto e rimpianto, tutti i telegiornali e i siti Web l'hanno celebrato come il "re del pop". Quando muore un personaggio così famoso è inevitabile che sbuchino dagli angoli più insospettabili ammiratori, amici e amici di amici... e così via. Non metto in dubbio il dispiacere per la morte di un cantante, o meglio di un artista, che a suo tempo ha comunicato messaggi d'amore (su tutte Heal the world) e di partecipazione (We are the world, Earth song...). Però ci sono note stonate in tutto questo. Non mi riferisco alle accuse di pedofilia, alle quali non ho mai creduto: non ci ho mai creduto perchè Jackson era sicuramente eccentrico, estremo in tutto quel che faceva, ma aveva l'aria di un bambino in un mondo di adulti. E i bambini sono innocenti, sempre. Nè mi riferisco agli interventi chirurgici per cambiare il colore della pelle, un sintomo del male che aveva dentro e che l'ha consumato poco alla volta. E ciascuno è libero di fare del proprio corpo quel che crede, purchè non sia di danno agli altri.

Le note stonate riguardano i 400 milioni di dollari di debiti che Jacko ha lasciato in eredità ai suoi tre figli: ora mi chiedo come sia possibile che un tale personaggio, che ha venduto in carriera 750 milioni di dischi in tutto il mondo, possa aver sperperato tutto il denaro guadagnato. E non mi si dica che l'ha speso in beneficienza e avvocati, perchè forse non ci si rende conto di quanti soldi siano 400 MILIONI DI DOLLARI. E allora l'eccentricità sfiora la follia e vi si confonde. Questo è un grande motivo di biasimo. Il suo enorme talento, seppure verticalmente calato negli ultimi 15 anni, non giustifica quello spreco di soldi. Sarò venale, ma quella cifra è troppo grande per essere ignorata.

Io stesso sono stato fan di Jackson fino ai primi anni '90. Ricordo come abbia consumato il nastro di Bad, come imitando (in modo sicuramente indegno) il suo "who's bad?" abbia conquistato il sorriso e il cuore di una mia ragazzina di allora. Un altro ricordo piacevole è stata la visione, quasi in esclusiva, di Moonwalker al cinema: nella sala solo io, un mio compagno di giochi e l'omino dei pop corn. Poi ci siamo persi, o meglio, Jacko si è perso, si è perso nella fuga dai fantasmi che l'hanno perseguitato da quando era bambino e non l'hanno mai lasciato fino a giovedì scorso, quando la sua stella è tornata dove tutti potranno continuare a guardarla, alzando gli occhi al cielo.

Ciao Michael...

sabato 27 giugno 2009

Il silenzio è rotto

Il silenzio con cui avevo aperto questo blog, ormai 3 anni fa, è rotto. E in questi tre anni sono successe tantissime cose, alcune piacevoli, molte spiacevoli e di cui parlerò d'ora in poi con quanta più regolarità possibile.

Di cosa parlerò? Di tutto, dalla morte di Michael Jackson, avvenuta due giorni fa, agli scontri in Iran, dalle polemiche sui festini di Berlusconi alla cessione di Kakà, dalla delinquenza dilagante nelle nostre città alle buone azioni che ancora qualcuno è capace di fare. Parlerò di tutto ciò che mi passerà per la testa, come è giusto che sia.

A presto