giovedì 16 luglio 2009

Maghi, streghe e fattucchiere da circo


>>Pronto?
> Sì, pronto, buongiorno, sono XXX e ho 31 anni. Volevo chiedere il suo aiuto per mio marito. Mio marito deve vendere la sua officina perchè è pieni di debiti. Ci riuscirà?
>> Cara XXX, io vedo che i prossimi mesi saranno ancora difficili. Ci saranno molti problemi da affrontare, però vedo anche che verso novembre la situazione si sistemerà e riuscirete a vendere l'officina. Di' pure a tuo marito di stare tranquillo...

Non è un passo di una fiction, purtroppo, ma una telefonata trasmessa in diretta questa mattina alla radio. Da una parte una giovane donna in difficoltà, coperta dai debiti e con un marito sul punto di vendere ciò che gli permette di portare avanti la famiglia. Dall'altra parte del filo, una voce impostata che elargisce previsioni totalmente inventate, che fanno sicuramente più male di quello che si possa pensare. Perchè farlo? Non me la prendo con chi, esasperato da una situazione disperata, non sa più a quale santo votarsi. Io me la prendo con questi maghi, maghetti, streghette efunamboli della parola che si approfittano dell'ignoranza e della difficoltà emotiva di chi arriva a cercarli per sentire una parola di conforto che forse non riescono a trovare da amici e parenti.

Se avete un problema non chiamate quei numeri a pagamento, non vi rivolgete a presunti santoni che non sanno chi siete, non sanno nulla di voi e non possono in alcun modo aiutarvi. Cercate intorno a voi le parole di conforto, piuttosto aprite un blog - perchè no - e apritevi agli altri... troverete occhi disposti a leggervi, orecchie desiderose di ascoltarvi e cuori capaci di amarvi.

lunedì 13 luglio 2009

Signora delle ore scure


Non ce la raccontiamo, oggi come sempre la bellezza è un valore che trascende le qualità interiori e morali. Per quanto banale, è un concetto che non mi stancherò mai di affermare: poi, per carità, capita che ci si possa innamorare di una donna non bella, di un uomo non particolarmente affascinante, che si possa essere attratti da un dipinto apparentemente senza valore artistico. Può capitare, ma non è la regola. Tutti cerchiamo di essere belli e tutti cerchiamo persone belle con cui stare, cose belle di cui circondarci, case belle in cui vivere e così via.

Non giudico questi atteggiamenti, perchè io per primo ne sono portatore sano.
Quel che mi chiedo, però, è cosa sia la bellezza davvero. Un antico proverbio dice che "la bellezza è un dono che va restituito". Vero, ma solo in parte. Cosa rende bello un volto? La proporzione dei singoli elementi? La forma degli occhi, del naso e della bocca? A volte mi capita di non riuscire a fermare lo sguardo sul viso di una donna perchè troppo bello, pur senza capire cosa lo renda tale. E questa indefinizione mi affascina ancora di più.

Se potessi comprendere la natura intrinseca della bellezza, forse ne sarei meno attratto, forse ne sarei conquistato.

Solo i fiori sanno essere belli quanto le donne, entrambe forme perfette della perfezione di Dio sulla Terra.

Questa, a mio avviso, una delle più belle canzoni d'amore mai scritte.


giovedì 9 luglio 2009

La violenza più infame


Nella periferia di Roma si aggira uno stupratore seriale che segue ragazze sole nei garage condominiali e le violenta per puro piacere. Cosa gli fareste voi a uno così? Se ne dicono tante, dalla castrazione chimica, al ripristino della pena di morte, dal carcere a vita all'ospedale psichiatrico. Io invece farei così: organizzerei una ronda, ma non come quelle che il nuovo decreto sicurezza ha autorizzato, una ronda come dico io. Se per sua sfortuna lo dovessimo catturare lo porterei in un garage, luogo a lui tanto caro, lo legherei ad una sedia di metallo, ma stretto da lasciarli i segni nella carne, e poi inizierei a colpirlo tante volte quante lacrime ha fatto piangere alle donne che ha violentato.

Chiunque tu sia, ovunque tu sia, sei un bastardo e un infame.

martedì 7 luglio 2009

Piove piove e la gatta non si muove


Ci risiamo. Basta un temporale un po' più intenso del solito acquazzone estivo e Milano si blocca, va in tilt: tombini intasati, sottopassaggi allagati, strade chiuse e mezzi fermi, code chilometriche, clacson a perdita d'udito e scene di isterismo collettivo. E' una storia che si ripete, purtroppo, quindi qualcuno deve avere delle responsabilità: ma alla fine, come sempre, a pagare sono solo i cittadini, con i disagi, i ritardi al lavoro etc...

Caro Sindaco, non sarebbe ora di lasciare le dorate stanze e andare in giro per le strade della Sua città? Se lo facesse si renderebbe conto che il nemico non è solo la pioggia: ci sono buche nell'asfalto - diciamo pure voragini - che sono trappole mortali per moto, scooter e biciclette; marciapiedi dissestati sui quali gli anziani rischiano di rompersi l'osso del collo e poi parcheggi selvaggi, doppie e triple file...e potrei andare avanti ancora con crescente disappunto.

Sindaco, La invito personalmente a fare un giro in scooter con me per le strade di Milano. La benzina ce la metto io, non si preoccupi.

Carpe diem


Ho visitato una mostra di Robert Capa e mi sono soffermato qualche istante davanti a questo famoso scatto, forse il più famoso di tutti. Al di là dei dubbi sull'autenticità della situazione, questa immagine ha proiettato Capa nel firmamento dei fotografi più celebri e apprezzati di tutti i tempi. Sapeva trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Nel suo libro Leggermente fuori fuoco ha scritto che "in guerra non esistono fotografie belle o brutte, ma solo prese da vicino o lontano": il senso non mi sfugge e lo condivido. Per vedere le cose in modo più realistico possibile dobbiamo avvicinarci, più che possiamo, a costo di andare fuori fuoco, appunto. Ma è un rischio che si deve correre, altrimenti tutto ciò che ci resta è una inutile panoramica fatta di dettagli indistinti che non avremo mai il piacere di scoprire.

In quella foto Capa ha saputo cogliere l'attimo. E quell'attimo ha cambiato la sua vita, l'ha reso immortale. E allora mi chiedo se tutti noi abbiamo diritto a questo attimo e come lo si possa riconoscere. Un solo attimo, trovarsi al posto giusto nel momento giusto per vedere cambiare la propria vita.

E' il segreto per non avere rimpianti: provare, sperimentare senza timori, buttarsi nelle cose non senza coscienza, ma senza ingiustificate paure. Basta timidezze, basta orgoglio, basta rassegnazione.

Aveva ragione Capa, bisogna avvicinarsi più possibile alle cose - e non solo in guerra - per riuscire a viverle pienamente.

venerdì 3 luglio 2009

A Ferruccio

Nel caldo afoso della pianura padana c'è un'oasi di verde fresca e isolata. Qui puoi sentire ancora gracchiare le rane e il ronzio delle mosche sembra un canto d'amore, l'amore per la natura e la vita. Ci sono i fiori e c'è il laghetto artificiale, non molto profondo, ma quanto basta perchè ci sguazzino carpe e pescigatto: ci vuole pazienza però, perchè i pesci d'allevamento sono scaltri, sanno distinguere l'amo dall'amore. Sanno che quegli occhi di uomo che li fissano al di là dell'acqua non sono sguardi d'ammirazione, come quelli dei bambini negli acquari. Però, nonostante lo sappiano, qualche volta la trappola riesce e intorno a quegli occhi di uomo in attesa si allarga un sorriso pieno di soddisfazione.

Quell'oasi è il paradiso dei sensi.

Può capitare, però, che un giorno un albero, uno di quelli che per anni hanno regalato ombra e dato riparo senza chiedere mai nulla in cambio, si senta stanco e cada, adagiandosi prima su un fianco, poi rotolando dolcemente per pochi metri e fermandosi infine sulla riva del lago. Quando questo accade, tutta l'oasi è in festa, perchè per una volta si potrà restituire ombra e dare riparo al vecchio albero caduto.

A Ferruccio.

mercoledì 1 luglio 2009

Slogan-generation


Oggi pomeriggio mi è caduto l'occhio su un manifesto pubblicitario che promuoveva il turismo a Malta. Ora Malta non mi pare rientrare tra i Paesi più bellicosi, nè ricordo fatti eclatanti degni di nota negli ultimi anni, nè tantomeno credo abbia mai avuto un ruolo determinante nella questione medio-orientale. Eppure qualcuno ha avuto la brillante idea di scrivere con un bel pennarello e a caratteri cubitali "BOICOTTATE ISRAELE".

Ora mi domando: ma che senso ha? Non entro nel merito del significato del messaggio, quanto piuttosto sulla superficialità di chi pensa che si possa vivere di slogan buttati sui muri. Argomentate, ragazzi... se avete un'idea, qualcunque essa sia, io sono disposto ad ascoltarla, purchè siate in grado di motivarla. Siamo tutti capaci di prendere una bomboletta e imbrattare una vetrina, un vagone della metro, un muro della nostra città con scritte ad effetto contro Berlusconi, i comunisti, i fascisti, il Milan, la Fiat e così via...

Se però non avete niente da dire, se non sapete dare una ragione a ciò che sta dietro a un banalissimo slogan, allora la sera studiate invece di sporcare le città. E lasciate stare i muri, le metro e le saracinesche dei negozi: quella che chiamate libertà di espressione, spirito artistico e contro-cultura ha un nome solo, inciviltà.