martedì 31 agosto 2010
Gioventù rubata
Peter Lenz era un bambino di 13 anni che aveva una passione per le moto. Qualcuno lo definiva già un centauro, altri prevedevano per lui un futuro alla Valentino Rossi, ricco di vittorie, successi e trionfi. E invece lo scorso 29 agosto è morto sull'asfalto della pista di Indianapolis prima di una gara. L'ennesima gara.
Il padre, immagino distrutto dal dolore, non ha saputo fare altro che commentare sul sito del figlioletto in modo banale e grottesco:"Lassù Peter potrà correre ancora più forte...". Complimenti.
Nemmeno la morte di un figlio di soli 13 anni, schiacciato e investito da un'altra moto, da un altro pilota bambino riesce ad aprire la testa di quel padre ed io ho pietà e pena per lui.
I bambini a 13 anni non dovrebbero essere centauri, dovrebbero giocare, fare sport per la loro salute e per divertirsi, non per diventare campioni, per arricchirsi e per la soddisfazione di mamma e papà. Questi genitori moderni, che sfogano la frustrazione di vite mediocri spingendo i figli oltre i limiti della loro natura di bambini, dovrebbero essere interdetti dalla patria potestà.
Peter, il piccolo Peter, cosa avrà pensato mentre strisciava sull'asfalto rovente che gli bruciava la tuta e la vita? Quale immagine avrà avuto davanti agli occhi nel momento in cui una moto lo stava investendo? Avrà avuto paura o gli avranno insegnato a non averne mai?
Credo che lassù Peter non stia affatto correndo più forte, caro signor Lenz, ma - spero - starà giocando con altri piccoli angeli, magari a nascondino o a dondolarsi su un'altalena.
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1 commento:
leggere l'intero blog, pretty good
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