lunedì 26 luglio 2010

E la chiamano Love Parade

E' successo quel che non era difficile prevedere. Quando migliaia di persone si ritrovano in uno stesso luogo con l'unico intento di ballare e sballare, la tragedia è sempre dietro l'angolo. Tante volte la buona sorte ci ha messo lo zampino, stavolta no.
Ore e ore in piedi a dimenarsi nella calura estiva, corpi contro corpi, migliaia di individui che tirano avanti a birra e non solo, musica tunz tunz e zero sonno. E cosa ci si aspettava? Ma sì, non facciamo del qualunquismo, non siamo bigotti e conservatori, i giovani devono avere il diritto di divertirsi, devono essere liberi di ballare, di stare insieme. E guai a chi dice di no. Guai a chi si permette di mettere dei paletti. Guai a chi osa anche solo pensare che queste manifestazioni debbano essere vietate perchè troppo inclini alle degenerazioni. Chi ci prova è un fascista liberticida che non rispetta la gioventù e la libertà di espressione.

E allora tenetevi i morti e zitti. E allora non venite ora a raccontare che la polizia non ha fatto nulla, che mentre c'era la calca le forze dell'ordine non sono intervenute. Adesso state zitti e continuate a ballare e a sballare, fino al prossimo rave, fino al prossimo morto. Sempre che non sarete voi quel morto. Buon divertimento.

Nessun commento: