lunedì 2 agosto 2010

Bologna, un boato che ancora continua


Ci risiamo. Altra data, altra pagina nera della storia del nostro Paese. E il colore nero, lo dico subito, non è riferito alla presunta matrice terroristica che ha causato la strage di Bologna, quanto piuttosto a un malcostume tutto italiano che, a seconda dei casi e dei momenti storici, decide che sia opportuna una verità politica più che giudiziaria.


Oggi, a trent'anni di distanza da quella tragica mattina, restano i dubbi, le accuse incrociate, i sospetti e gli immancabili depistaggi. Nulla di nuovo, tutto già visto in altre storie.

La decisione del governo di non essere presenti alla celebrazione dell'anniversario è quanto di più indecoroso possa accadere. Una autentica vergogna di Stato, più dei depistaggi. Perchè i fischi, che ci sarebbero sicuramente stati, fanno parte del gioco: quel gioco sporco che ha tenuto i familiari delle vittime, i bolognesi e tutti gli italiani lontani dalla verità per così tanto tempo e per l'ennesima volta. Naturalmente non è solo colpa di questo governo, ma anche di tutti quelli che lo hanno preceduto.

Il 2 agosto 1980 alle ore 10.25 un boato ha spazzato via 85 innocenti cittadini, bambini con le loro mamme, militari in licenza premio, commercianti e imbianchini che andavano in vacanza dopo un anno di duro lavoro. Pizzaioli e autisti di tram, ingegneri e farmacisti. Come i passeggeri del DC 9 Itavia, che esplose in volo nei cieli di Ustica poco più di un mese prima, come i passeggeri del Moby Prince o quelli dell'Italicus...

"... io da qui vedo il cielo inchiodato alla terra, e la terra attraversata da gente di malaffare. Vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare..." (F. De Gregori, Tutto più chiaro che qui)

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