domenica 6 dicembre 2009

Da Pirandello a Fabio Volo



Non so cosa rappresenti meglio un'epoca culturale, ma certamente la produzione letteraria può essere un indicatore significativo. Perchè gli autori, attraverso le proprie opere, tendenzialmente raccontano e descrivono ciò che vedono, l'aria che respirano, le emozioni che provano. E forse la strada è quella giusta, perchè ci sono sempre state grandi opere letterarie a rappresentare lo spartiacque tra un'epoca culturale e quelle che l'hanno preceduta.

Senza andare troppo indietro nel tempo, prendiamo in considerazione solo il secolo scorso: la storia della letteratura italiana ha visto il Verismo di Verga sfociare nell'Estetismo di D'Annunzio; il Realismo di Palazzeschi e di Svevo rovesciarsi nel Simbolismo ermetico di Ungaretti e Quasimodo. Pur con tutte le limitazioni imposte dal regime fascista durante il Ventennio la corrente Futurista riuscì ad emergere e a dare un'impronta forte alla cultura italiana, esauritasi nel dopoguerra in quello che possiamo chiamare genericamente Neorealismo e che annovera autori fondamentali, seppur diversi tra loro, quali Calvino, Moravia, Vittorini, Pavese, Pasolini e Eco.
Ciascuno di essi ha saputo interpretare il momento storico dell'Italia fermandone istantanee che saranno per sempre le basi della cultura del nostro Paese: tutte le generazioni si sono formate e si formeranno sui loro testi, impareranno a conoscere il passato per costruire il futuro, grazie agli insegnamenti di questi "buoni maestri".

Oggi, andando in qualunque libreria italiana, mi prende lo sconforto. E la confusione. Che momento stiamo vivendo? Qual è lo spirito che anima la cultura italiana del XXI secolo? Non lo capisco. Guardo i libri sugli scaffali e vedo Benedetta Parodi, Cotto e mangiato, libro di ricette della sorella di Cristina Parodi, trasposizione cartacea della striscia televisiva; in testa alla classifica di vendite c'è Il tempo che vorrei di Fabio Volo, simpatico e paraculo quanto basta per fare tutto pur senza saper fare nulla; Bruno Vespa, Donne di cuori, amorazzi e intrallazzi dei potenti di tutto il mondo, da Kennedy a Berlusconi, da Clinton a Mussolini, da Vittorio Emanuele II a Gianfranco Fini.

E' questa l'Italia di oggi? E' questa. E quale ptrà mai essere quella di domani? Come potranno le future generazioni guardare indietro e trovare, in queste opere, le basi per la loro formazione e crescita culturale?
Mi prende un tale sconforto...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono d'accordo su tutto... quali basi culturali possono dare la parodi, vespa e fabio volo, uno che ha fatto la terza media e non era nemmeno tra i primi della classe? eppure fabietto è tra gli "scrittori" più letti in italia, segno che riesce ad essere accattivante per molti.
ma dietro la facciata accattivante veramente non c'è nulla, o no? ...anche a me prende la confusione in libreria: e michiedo se forse sono io che non so giudicare e capire, o che faccio lo snob... mentre magari fabio volo è un gran bravo tipo, uno che ha capito tutto della vita.

infinitoperiodico ha detto...

Grazie per il tuo commento.
Forse ha davvero capito tutto della vita, ma il problema è che è la vita di oggi ad essere sbagliata. O meglio, lo sono i criteri che fanno di Fabio Volo un best seller. Oggi ha valore chi ha successo, chi vende di più, chi si vende meglio. Non conta come e perchè.