mercoledì 30 settembre 2009

Stasi siamo noi


Oggi su Corriere.it c'è un bell'articolo a firma Alessandro Piperno sul "caso Garlasco", o meglio su quanto si è scatenato intorno alla figura di Alberto Stasi. Quando tutto e tutti sembravano trovare impossibile che l'assassino di Chiara Poggi non fosse lui, i risultati della perizia super partes hanno cambiato lo scenario. Ora si fatica a pensare che possa aver ucciso lui la fidanzata. Io personalmente non so giudicare e pertantanto mi astengo. E' come quando ci si sveglia, si apre la finestra e una fitta coltre di nubi riempie il cielo e fa tutto scuro; poi un vento che viene da lontano spazza via le nuvole e tutto torna azzurro, sereno e luminoso. Non tutto però. Perchè la vita di Stasi, caso specifico di un problema generale, non sarà più la stessa, comunque andrà a finire il processo. E la vita di Stasi è la vita di tutti noi. Pensarlo innocente o colpevole dipende anche da ciò che abbiamo dentro noi, ciascuno di noi. Le nostre paure, i nostri vizi privati, le nostre antiche debolezze. Piperno descrive molto bene tutto questo e consiglio di leggere il suo pezzo di oggi, che si chiude con queste parole:

Eppure c’è la possibilità che Stasi, a di­spetto delle più promettenti apparenze, sia semplice­mente innocente. A quanto pare, oltre al suo corpo, al suo contegno e a certe bieche predilezioni sessuali non c’è indizio del­la sua colpevolezza. Ed ecco l’elemento che, al postutto, più mi agghiaccia: tutto nel­la nostra vita (tutto quello che facciamo e non sappia­mo di fare, tutto quello che siamo e non sappiamo di es­sere) può offrire la futura prova e il futuro movente della nostra colpevolezza in un crimine che non abbia­mo ancora commesso e che forse mai commetteremo.

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