mercoledì 14 marzo 2012

C'è chi dice no

 
Se fosse un partito avrebbe certamente qualche deputato in Parlamento. Di sicuro ha nelle istituzioni alcuni sostenitori, anche illustri. Ma la base, quella che conta, è nel popolo. Purtroppo nel popolo ignorante, nella maggior parte dei casi. Sto parlando di chi dice no. No a qualsiasi cosa qualcuno dica loro di dire di no.
E alla fine diventa un corto circuito logico, un assurdo dialettico del tipo: “No alla spazzatura nelle strade! No alle isole ecologiche! No alle discariche! No ai termovalorizzatori! No alla raccolta differenziata perchè non serve a nulla!”. Da qualche parte l’immondizia dovrà pur finire… Ma la protesta fa comodo a chi vuole il disordine, serve a sollevare cortine di fumo per nascondere altri interessi: e il popolo ignorante nel senso che ignora i secondi fini, si presta ad essere strumento inconsapevole e sempre più spesso violento contro il governo di turno, lo Stato in generale, le forze dell’ordine.

La TAV: serve? Non serve? Esiste un progetto decennale, è passato attraverso governi di tutti i colori, e perché non si va avanti nei lavori? Perché il popolo bue, non tutto per fortuna, è stato bendato e mandato all’assalto di un cantiere. Una forza di occupazione in pratica (altri che i militari in afghanistan). E si badi, che il torto sia dalla loro parte appare evidente non appena quel sant’uomo di Santoro ha dato loro la parola: “Ce ne andremo di qui e smetteremo di lottare solo e soltanto quando il governo bloccherà definitivamente il progetto”. Alla faccia della democrazia. Queste persone, i sindaci irriducibili e la popolazione della Val di Susa, questa comunità di “no men” è stata ascoltata, sono state ascoltate le loro ragioni, ma alla fine si è presa una decisione differente. E’ reato? Se si vuole la democrazia , va accettato che sia così. E se un poliziotto stabilisce che oltre le transenne non si può passare, amico rivoltoso con casco e pietra in tasca, non si può passare. Se passi ti assumi la responsabilità delle tue azioni. E se cadi da un traliccio, amen.

In Italia è folto il gruppo di chi dice sempre di no. Anche quelli che vogliono adesso chiedono la banda larga a tutti i costi, lamentando l'arretratezza e il vecchiume e la cecità della politica italiana in proposito (giustamente aggiungo), state certi che dovessero piantare un bel traliccio o un’antenna dietro casa loro sarebbero lì a raccogliere firme, anche se diranno loro che non fa male, che non c’è pericolo…

Non dico che non si debba protestare, che non si abbia il diritto di alzare la voce quando qualcosa rischia di compromettere la libertà, la salute e la serenità di una comunità, ma mi pare che questo dire NO a prescindere per qualsiasi cosa sia deleterio e abbia portato il nostro Paese ad essere quello che è, arretrato, involuto e povero, di cultura e di moneta.

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