lunedì 20 settembre 2010

Insostenibile leggerezza del non essere

Se ci fermassimo a guardare chi sta peggio di noi ci sentiremmo male. Io almeno mi sentirei così. Ci sono giorni in cui mi sveglio con la testa pesante, mi lascio caricare di zavorra da pensieri che potrei forse facilmente abbandonare, ma che invece lascio girovagare nella mia testa fino a creare un vortice incontrollabile. Poi esco, arrivo al primo semaforo e vedo un tizio che tutte le sante mattine, sole o pioggia che sia, chiede qualche centesimo zoppicando su una gamba sola e con meno denti di quelli con cui è venuto al mondo. Arrivo al semaforo successivo e incrocio lo sguardo di una donna con in braccio un bimbo che avrà più anni che colpe a questo mondo. Io controllo il mio cellulare per vedere se mi ha cercato qualcuno e impreco.

Ci sono così tante anime abbadonate da Dio e dal mondo che a pensarci mi dovrei vergognare. Ci vuole coraggio per poterli aiutare, coraggio che purtroppo non penso di avere.

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