martedì 23 marzo 2010

Obama e il vero sogno americano


In questi giorni il Congresso degli Stati Uniti sta approvando la legge che garantirà la copertura sanitaria pubblica per 32 milioni di americani. E' una di quelle riforme che cambiano il volto di un Paese, in meglio. Il presidente Obama l'aveva promesso durante la campagna elettorale e probabilmente è proprio grazie alla prospettiva di avere, finalmente, un'assistenza sanitaria che le fasce di reddito più basse hanno scelto lui.

Quel che per noi è scontato, per gli americani non solo non era necessario, ma addirittura sbagliato. Loro che si professano "esportatori di democrazia" fuori dai confini, preferiscono vivere a casa propria  in un "regime del dollaro" in cui i ricchi sono liberi di fare tutto, ai poveri non è concesso nemmeno di ammalarsi. E non si pensi che la riforma di Obama sia stata una passeggiata, tutt'altro: osteggiata dal Partito repubblicano (che ha votato contro in toto), ha trovato resistenze anche all'interno dello stesso Partito democratico (34 franchi tiratori), ma alla fine è passata, con 219 voti a favore e 212 contro.

Mi viene in mente un'altra legge che ha cambiato, in passato, il volto dell'America e che anche in quell'occasione raccolse maggiori consensi all'estero piuttosto che tra gli Stati federali. Il 19 giugno del 1963 il governo presieduto da John Fitzgerald Kennedy presentò al Congresso la legge sui diritti civili, che di fatto abolì la discriminazione raziale in favore di una maggiore integrazione nei luoghi e servizi pubblici. Anche allora una parte dell'America insorse, protestò e osteggiò una legge che intendeva estendere diritti ai più poveri. E Dio solo sa se JFK non sia stato ucciso anche per questo.

Oggi gli Stati Uniti hanno un'altra grande opportunità: dimostrare al mondo intero e prima ancora a se stessi, che il vero "sogno americano" non è buon solo per fare film, ma esiste, è possibile ed è realizzabile. Oggi, come e forse più delle ore che seguirono l'11 settembre 2001, dovremmo dire "siamo tutti americani".

Nessun commento: