lunedì 29 giugno 2009

Suicidio 2.0


Ieri sera un ragazzo di 22 anni viene fermato per un normale controllo dalla polizia stradale, viene sottoposto alla prova dell'etilometro e il tasso di alcol nel suo sangue risulta oltre la soglia consentita. Il ragazzo torna a casa, prende una pistola che conservava legalmente in camera sua e si spara un colpo in testa. Fine della storia.

Ora molti si stupiscono, si interrogano su come sia possibile che un ragazzo, così giovane, possa uccidersi per un motivo così stupido. A costoro io dico di tacere, perchè non si può giudicare la vita degli altri, tantomeno la morte. Adesso si andranno a cercare i responsabili, la presunta severità dei genitori, la scuola non all'altezza, compagnie magari balorde, una ragazza....o la società, i videogiochi che alienano o Internet, che crea una vita virtuale che non sempre coincide con quella reale.
Basta. Basta con il moralismo e i discorsi bigotti. Aprite gli occhi, anche nell'era del Web 2.0, dove tutti sanno tutto di tutti, siamo tutti amici, tutti uniti in Facebook, tutti condividiamo foto, messaggi e pensieri... anche in questo mondo globale, esiste la solitudine, il dolore, la malinconia e la disperazione.

A me non interessa sapere di chi sia la colpa di quel che è successo, perchè non credo ci sia alcuna colpa. Nella mia vita ho purtroppo conosciuto qualcuno che una sera, vinto da una disperazione che non ho saputo comprendere, ha deciso di farla finita, ha pensato che il modo migliore per non soffrire più fosse uccidersi. Io non giudicherò mai chi prende una decisione come questa. Non mi importa cosa dice la Chiesa cattolica, non mi importa cosa dicono psicologi e tuttologi in tv. Io rispetto quella scelta, non dico di condividerla, ma la rispetto perchè non posso nemmeno immaginare quanto dolore si deve sentire dentro per desiderare la morte. O forse, seppure lontanamente, posso immaginarlo...

Cri, questa poesia è per te... perdonami se non ho saputo capire...

Questa mattina mi sono svegliato con una gran voglia di morire;
odiavo tutto ciò cui potevo pensare e niente era come avrei voluto.
“ma ci sono tante cose per cui vale la pena vivere” – ho sentito dire –

La paura è una di queste? Perché io ne ho.
E il dolore, il dolore è una di queste? Io ne ho.
L’amore? L’amore negato è forse una di queste cose?

Ho camminato per quel mondo di luce chiamato giorno:
c’erano colori, ma colori impuri e suoni alterati dalla follia.
C’erano persone e cose, ma nessuna per cui valesse la pena vivere.

Mi sono addormentato qualche ora nel pomeriggio
e nel sonno ho riso e ho pianto e ho sognato:
ho barattato la noia con un po’ di quiete.

Non c’è più il sole, al mio risveglio, niente più luce nell’aria.
Ora i colori sono più veri e i suoni più dolci,
e non ci sono più cose né persone: sono rimasto solo io.

Potrei restare tutta la vita da solo, al buio e in silenzio,
ma non sarebbe come essere morto?
Questa mattina mi sono svegliato con una gran voglia di morire.

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