domenica 28 giugno 2009
Ciao Michael, ma...
Michael Jackson: nei giorni scorsi milioni di fan lo hanno pianto e rimpianto, tutti i telegiornali e i siti Web l'hanno celebrato come il "re del pop". Quando muore un personaggio così famoso è inevitabile che sbuchino dagli angoli più insospettabili ammiratori, amici e amici di amici... e così via. Non metto in dubbio il dispiacere per la morte di un cantante, o meglio di un artista, che a suo tempo ha comunicato messaggi d'amore (su tutte Heal the world) e di partecipazione (We are the world, Earth song...). Però ci sono note stonate in tutto questo. Non mi riferisco alle accuse di pedofilia, alle quali non ho mai creduto: non ci ho mai creduto perchè Jackson era sicuramente eccentrico, estremo in tutto quel che faceva, ma aveva l'aria di un bambino in un mondo di adulti. E i bambini sono innocenti, sempre. Nè mi riferisco agli interventi chirurgici per cambiare il colore della pelle, un sintomo del male che aveva dentro e che l'ha consumato poco alla volta. E ciascuno è libero di fare del proprio corpo quel che crede, purchè non sia di danno agli altri.
Le note stonate riguardano i 400 milioni di dollari di debiti che Jacko ha lasciato in eredità ai suoi tre figli: ora mi chiedo come sia possibile che un tale personaggio, che ha venduto in carriera 750 milioni di dischi in tutto il mondo, possa aver sperperato tutto il denaro guadagnato. E non mi si dica che l'ha speso in beneficienza e avvocati, perchè forse non ci si rende conto di quanti soldi siano 400 MILIONI DI DOLLARI. E allora l'eccentricità sfiora la follia e vi si confonde. Questo è un grande motivo di biasimo. Il suo enorme talento, seppure verticalmente calato negli ultimi 15 anni, non giustifica quello spreco di soldi. Sarò venale, ma quella cifra è troppo grande per essere ignorata.
Io stesso sono stato fan di Jackson fino ai primi anni '90. Ricordo come abbia consumato il nastro di Bad, come imitando (in modo sicuramente indegno) il suo "who's bad?" abbia conquistato il sorriso e il cuore di una mia ragazzina di allora. Un altro ricordo piacevole è stata la visione, quasi in esclusiva, di Moonwalker al cinema: nella sala solo io, un mio compagno di giochi e l'omino dei pop corn. Poi ci siamo persi, o meglio, Jacko si è perso, si è perso nella fuga dai fantasmi che l'hanno perseguitato da quando era bambino e non l'hanno mai lasciato fino a giovedì scorso, quando la sua stella è tornata dove tutti potranno continuare a guardarla, alzando gli occhi al cielo.
Ciao Michael...
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