domenica 3 luglio 2011

Jim Morrison, oltre la fine


Si dice che l'arte renda immortale l'artista. La poesia il poeta. La musica il musicista. Jim Morrison è stato ed è tutte queste cose e forse anche altro. Un capopopolo, uno sciamano, il re lucertola, un'icona del rock maledetto e via così. La sua arte, il suo concetto di arte declinato in musica, poesia e vita, che furono un tutt'uno e mille cose diverse, resistono inalterati a quarant'anni dalla sua scomparsa, il 3 luglio del 1971.


Chi ama i Doors non perchè ne ascolta le canzoni, ma per esserne stato attraversato come un torrente in piena, chi ha trovato in Jim Morrison, nelle sue parole e nei suoi eccessi un cattivo maestro che sapeva però essere anche buono, chi ha colto l'essenza dei Doors e del loro leader non nella droga che ci ha privato della sua presenza, ma nella ricerca di una alternativa sublime e poetica alla musica come la si conosceva e alla vita come la si viveva allora... tutte queste persone oggi, 3 luglio, anniversario della morte di Jim Morrison, non ne piangono la fine, ma ne celebrano la forza, con gratitudine e rispetto.

Metamorfosi

Un oggetto è tagliato fuori dai suoi nomi, abitudini, relazioni. Isolato, diviene solo la cosa, in sè e per sè. Quando questa disintegrazione nella pura esistenza è infine compiuta, l'oggetto è libero di divenire ogni cosa, sena fine.

(Jim Morrison, Metamorfosi, tratto da I Signori, 1969)

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