lunedì 14 marzo 2011

La dignità di un popolo


La dignità di un popolo si misura anche dal modo di affrontare le tragedie. E quella che sta ancora accadendo in Giappone in questi giorni è una delle più tremende che un popolo possa subire: la natura scatena tutta la sua forza facendo tremare la terra prima, spazzando via tutto con l'acqua poi. E l'uomo, piccolo e insignificante di fronte a tutto questo, attende il suo destino: qualcuno scompare, inghiottito dal fango e dalla terra, qualcuno sopravvive. Ed è qui che emerge la differenza tra un popolo degno ed uno indegno.
Sento dire che dopotutto i giapponesi sono abituati ai terremoti, come se ci si potesse abituare alla terra che per oltre un minuto sconquassa tutto, strade, palazzi e ponti. Una scossa così forte ti toglie letteralmente la terra da sotto i piedi, ti sale nella carne e ti spezza l'equilibrio della quotidianità, la tranquillità del giorno e della notte, ti lascia nel sangue l'insicurezza e la paura di non essere mai davvero al riparo, ovunque tu sia. E quel che la scossa non ha spezzato, l'onda del mare ha travolto: sembravano barchette di carta, come quelle che i bambini mettono a pelo d'acqua in una piccola pozza e poi, con un sasso grosso e pesante gettato nel mezzo, guardano oscillare al ritmo incalzante delle increspature, sperando di vederle capovolgersi per scoprire che cosa succede. Ma quelle che si vedono in tv non sono di carta, pesano tonnellate e portano cose e persone, in fondo a un gorgo, contro una casa, dove ci sono altre persone; e non serve a nulla sperare che non si capovolgano, perchè il sasso questa volta è grande quanto la Terra intera e la piccola pozza un oceano in tempesta. Ed è tutto fango e fuoco e acqua, e intanto la terra trema ancora. Di giorno e di notte, la terra trema ancora. LE chiamano scosse di assestamento, ma da noi sarebbero terremoti veri e propri, di quelli che polverizzano case e palazzi e monumenti e strade. E che mettono in ginocchio una regione se non uno Stato. Il Giappone è in ginocchio, ma per pregare. Questo fa la differenza tra un popolo dignitoso ed uno no.

In Italia ci sono zone colpite da terremoti infinitamente meno potenti di quello giapponese, e ancora le persone attendono la ricostruzione della casa. Forse siamo noi che ci siamo abituati, a una politica che fa schifo, a una mentalità assitenzialista che fa schifo, a una mafia che non è quella - non solo - della lupara, ma ha il colletto bianco inamidato e la cravatta e vive alle spalle della povera gente. Siamo abituati a un Paese che specula sulla morte dei suoi cittadini e su quella degli altri. In Italia oggi c'è chi "approfitta" della tragedia giapponese per buttare in politica la questione del nucleare. C'è chi "approfitta". A questo siamo abituati, purtroppo. Destra, sinistra, centro, terzo polo, quarta dimensione e quinto potere. Manca la dignità, a chi ci governa e a noi che glielo permettiamo. Altro che festeggiare l'unità di Italia...

A volte penso che uno tsunami ci vorrebbe anche da noi, violento il giusto per spazzare via tutto questo schifo e che ci lasciasse in ginocchio, a chiedere l'elemosina o a pregare. Questione di dignità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Rifletto e penso a questo periodo come l'Apocalisse dei tempi moderni e non riesco a trovare la serenità che avevo un tempo. Mi guardo allo specchio e sono sempre accigliato. Guardo la Tv, seguo Internet e in silenzio mi lacero. Un applauso alla compostezza e alla dignità del popolo giapponese
S