domenica 27 febbraio 2011

Sovranità popolare e le chiappe di Belen

Per le strade delle nostre città da qualche giorno campeggiano grandi cartelloni pubblicitari che, invece di mostrare le chiappe di Belen (strano, ma vero) riportano una scritta in corpo 2500 che recita così: "La sovranità popolare è sacra". Bel concetto, forse anche condivisibile, ma perchè? Intendo dire, perchè invece delle chiappe di Belen (donne, protestate anche per questo però) dobbiamo farci dire che la sovranità popolare è sacra? Chi lo ha mai messo in dubbio?


Per il proverbiale alieno appena atterrato sulla Terra (e sfiga ha voluto che capitasse proprio in Italia), due righe di antefatto: Silvio Berlusconi viene coinvolto nell'ennesima inchiesta condotta dalla Procura di Milano, la stessa che cerca di fargli le scarpe dal 1994 e che ne ha invece ignorato l'esistenza per i precedenti 20 anni di attività imprenditoriale. La solita solfa. Comunque, lo indagano per prostituzione minorile e concussione; per tutta risposta lui accusa la Procura di voler sovvertire il voto popolare che lo ha eletto alle ultime elezioni politiche. La solita solfa bis.

Ecco che allora spunta il richiamo alla sovranità popolare. Se in linea di principio si può essere d'accordo, un pensiero proprio non mi lascia in pace: ma se io mi candido, sono eletto e ho il sostegno del popolo, posso fare tutto quello che mi pare? Se da Presidente del Consiglio o della Camera o del Senato, io fossi preso con la mani nella marmellata, nulla da dire perchè il popolo mi ha votato? Ovviamente il processo deve essere equo, giusto e senza ombra di dubbio. Punto primo la sovranità popolare non può diventare condizione per l'impunità: se sei stato eletto, ma commetti un reato, prendi e te ne vai (magari in galera, se c'è posto). Questo vale per il Premier, ma anche per tutti gli altri parlamentari. Punto secondo secondo me il popolo spesso fa anche delle gran fesserie. Ma su questo ci si può far poco.

C'è poi popolo e popolo, sovranità e sovranità. In questi giorni ho sentito e letto molti elogi, sperticate lodi per la natura popolare delle rivolte che hanno rovesciato i regimi in Nord Africa: il popolo si sta svegliando, le dittature sono crollate sotto i colpi del popolo, il popolo vuole la democrazia... però il popolo ha anche distrutto opere e reperti archeologici di inestimabile valore, ha sccheggiato, bruciato, ucciso. Il popolo dopo aver deposto il tiranno non è in grado di sopravvivere autonomamente. Le rivoluzioni vanno preparate, altrimenti diventano banali rivolte banditesche.

Chi vorrebbe anche in Italia una rivolta, chi vorrebbe abbattere colui che giudica un tiranno, sappia a cosa va incontro, se prima non prepara le basi per una democrazia sana e funzionante.

Il popolo è buono quando serve, cattivo quando se ne ha paura.

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