mercoledì 10 novembre 2010

Il tempo come convenzione


L'uomo non nasce buono né cattivo, nasce libero in senso assoluto. Libero di ricevere buona o cattiva educazione, di provare gli effetti del  bene come del male.

Ma non è l'educazione a corromperlo, cioè a renderlo non più assolutamente libero. E' il tempo. Dal momento in cui si insegna a un bambino a leggere le lancette dell'orologio, lo si rende schiavo del tempo. Per sempre. Il concetto di ineludibilità del tempo diventa parte della sua coscienza e lì rimane a scandire ogni successivo istante della sua esistenza. Il tempo è il più forte limite alla libertà dell'uomo ed è un limite che si è dato l'uomo stesso. L'uomo ha bisogno di definire il tempo, di calcolarlo, di fermarlo per avere l'illusione di poter tornare a quello stato primordiale di libertà in cui il tempo non esisteva. Il tempo è una convenzione umana, il gancio al quale appigliarsi per non cadere nell'infinità, dove la mente adulta e già corrotta non può sopravvivere.

Il bambino, ignaro dello scorrere del tempo, determina la propria esistenza in base agli istinti: mangia quando ha fame, dorme quando ha sonno. L'adulto, invece, determina i propri istinti in base alle convenzioni che lui stesso ha creato, a dispetto della natura. Ma come ci si libera del tempo? Come si può tornare liberi in senso assoluto? Negando il tempo, o meglio, la sua determinatezza: un minuto non è la sessantesima parte di un'ora, ma l'infinitesima parte dell'infinito, che può durare all'infinito e perpetuarsi in un'idea, un concetto, un pensiero. Nelle cose della materia è allora possibile usare convenzioni temporali per identificare momenti o periodi socialmente condivisi. Le cose della materia altro non sono che a loro volta determinazioni di quel che Platone chiamava "mondo delle idee", da cui discendono le forme particolari. Ma nel mondo delle idee, nelle cose dello spirito, il tempo non esiste.

Così la nascita di un figlio è per un genitore un momento emotivamente travolgente che non si esaurisce certo con il parto, come combinazione di giorno-ora-minuto. Questo momento si rinnova attraverso le emozioni che lo hanno caratterizzato: le emozioni, come il pensiero e le idee, sono cose dello spirito e quindi non corrotte dal tempo. La nascita in sè, come fatto meramente fisico, attiene alle cose della materia e come tale sottosta alla convenzionalità del tempo. La festa del compleanno non è altro che il tentativo dell'uomo di perpetuare le emozioni legate al giorno della nascita. Non si gioisce per il fatto che sia trascorso un determinato numero di giorni dalla nascita, ma si vuole rivivere le emozioni di quel momento, che diviene così senza fine, infinito e quindi fuori da qualsiasi vincolo temporale.

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